20.01.2016
“Io ho questo fatto di vedere gli animali nelle persone e, a volte, le persone negli animali. E’ una questione di eccesso di immaginazione. D’altra parte, l’immaginazione mi salva spesso e così me la tengo con gli eccessi suoi e con tutto il resto di scombinamenti che comporta. No, perché l’immaginazione in eccesso può anche essere fastidiosa.”
A Mea il senso dell’umorismo non manca mai, neanche nelle situazioni più difficili, come:
– quando il negozio della madre viene allagato e loro (Mea, la mamma e il fratello Alberto) si ritrovano senza nulla;
– quando la mamma decide di cominciare una nuova vita in America;
– quando la mamma decide che Mea deve partire prima di tutti per non perdere nemmeno un giorno di scuola, laggiù in America;
– quando Mea conosce la sua zia-renna americana che parla poco l’italiano e ha tanti problemi con Gin (il signor Gin e l’altro gin…);
– quando la scuola si rivela un labirinto pieno di pericoli che hanno una forma umana, parlano una lingua masticata e non le sono di nessun aiuto;
Con un linguaggio fresco, scoppiettante e pieno di sentimento Mea racconta come la sua vita sia cambiata in modo vertiginoso e senza il tempo di pensarci su. La paura di un mondo nuovo, la difficoltà di inserirsi e di riuscire ad esprimersi saranno solo alcuni degli ostacoli che dovrà superare. Per fortuna che Mea ha un’immaginazione in eccesso, che la porta ad associare gli animali alle persone. Così sua zia è una renna, la mamma un colibrì, il fratello Alberto è un san Bernardo. E poi dottori-ippopotamo, direttrici-lepre, prof-trampolieri-dalle-ali-rosse…manca solo lei, Mea, che animale sarà?
Il giardino li Lontan Town
Patrizia Rinaldi
Lapis
2015
p. 293
da 11 anni