06.07.2016

Mercoledì al cubo (20): Come? Cosa?

Dopo aver letto per la prima volta Come? Cosa? abbiamo pensato che era perfetto per una lettura ad alta voce. Le due domande del titolo, ripetute ogni volta in modo consecutivo e che si presentano diverse volte nella storia, richiamano il gioco del telefono senza fili. La storia è molto semplice: un padre pescatore che parte per andare al largo e chiede alla moglie “purè di patate” per cena. Una folata di vento impedisce loro di capirsi e dal “purè di patate” chiesto dall’uomo si passa a “due grandi frittate”, poi a “delle palme impanate” e addirittura a delle “galline ammaestrate”.


Ecco allora che un elemento naturale si inserisce nella storia, il vento; e l’albo diventa allora la descrizione, dettagliata e molto accurata, della sua potenza, e la comunicazione tra i diversi protagonisti diviene sempre più complicata e surreale.
Le illustrazioni, maestose e immaginifiche, creano scenari ogni volta diversi e fantastici. Tutto cresce, insieme al vento e alle parole. L’albo si apre con il movimento del mare, le onde che sbattono contro il pontile, ma in modo sommesso. E mentre si girano le pagine compaiono delle foglie, delle piume, volano i cappelli e i capelli, ruotano i giocattoli e il mare diventa sempre più potente. Si aggroviglia la canna della giardiniera, addirittura il bambino (figlio del pescatore) chiede aiuto al lettore, tendendo la mano e fissando lo spettatore mentre delle merle spaesate vengono trascinate in un turbine di vento. Vento e mare si incontrano, fanno girare il libro e l’immagine si ritrova in verticale, e poi il libro stesso non riesce più a contenere la furia del vento, spariscono le parole, i personaggi, anche i colori vengono spazzati via dal vento. E poi… Il vento si arresta.


Abbiamo letto questo libro durante gli incontri finali nelle scuole materne. I bambini hanno immediatamente intuito il gioco ed hanno iniziato a sorridere fin dalle prime pagine. Via via che la storia proseguiva ed i fraintendimenti diventavano sempre più strani, i loro sorrisi si trasformavano in fragorose risate e saltelli sulla sedia. “Un mago dalle braccia alate?”, “Delle balene marinate”, ma che razza di storia è? 


Alla fine abbiamo giocato al telefono senza fili: parlare sottovoce nelle orecchie del compagno vicino, tenere le mani attorno alla bocca per non farsi udire dagli altri, prestare attenzione alla parola da ripetere, ripeterla poi a voce alta… che gioia! I bambini sanno davvero stupirsi con poco, basta una parola per creare una certa tensione emotiva: “Avrà capito cosa ho detto?”, “Lo ripeterà giusto?”, “Non capisco cosa mi ha detto!”.. I loro visi cambiano espressione man mano che il gioco prosegue; le risa di chi ha già bisbigliato, lo stupore di chi riceve la (presunta) parola. E da “farina di ceci” come siamo arrivati ad “Ilaria” ancora non l’abbiamo capito!

Intervista a Fabian Negrin durante la Fiera di Bologna.  
Il cubo chiude per ferie. Ci rivediamo a settembre!


La versione di ApeDario
La versione di Scaffale Basso

Come? Cosa?
Fabian Negrin
Orecchio acerbo
2016
da 3 anni

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