14.05.2018
“Quel mattino il bosco si sentiva inquieto e non sapeva perché. Allungò le radici giù giù nelle profondità della terra e i rami su su nelle profondità del cielo. E si mise in ascolto….
Il terreno iniziò a vibrare e gli animali del Bosco si allarmarono.
– Stanno arrivando!- esclamò la volpe. -Cosa vi avevo detto?-
-Ci avevi detto che forse sarebbero arrivati- grugnì il cinghiale.
– E adesso cosa facciamo?- chiese l’orso, – nessuno li vuole quelli, stavamo tanto bene tra di noi!-.”
“Quelli” sono l’ippopotamo, il leone e la gazzella. La diffidenza verso questi intrusi si fa sentire immediatamente: Cosa vogliono? Perché rubano il posto a chi nel Bosco ci è nato e ci sta di diritto?
La rana si lamenta perché l’ippopotamo non fa che girare intorno allo stagno, senza ammettere che quella bizzarra abitudine però ce l’ha anche lei; il picchio si lamenta perché il leone grattando con gli artigli contro un sasso produce un rumore fastidioso, ma nessuno osa dire al picchio che anche il suo continuo martellare contro i tronchi non è piacevole; e poi il lupo che sbeffeggia la gazzella e la sua presunta velocità. Lui, che viene sempre battuto nella corsa dal cinghiale.