20.01.2021

Giornata della memoria

Per non dimenticare

Giornata della memoria

La Giornata della Memoria attraverso una selezione di libri per bambini e ragazzi che affrontano l’argomento in modalità differenti, ma con la stessa, fondamentale finalità: non dimenticare mai quanto è avvenuto e cercare di impedire che possa capitare di nuovo. Magari proprio iniziando a leggere uno di questi libri. Perché la memoria è “il prezioso e a volte introvabile antibiotico della civiltà” (Ferruccio de Bortoli).

Nel buio del cielo fu Stella a parlare: 

Ben prima dell’alba quando svanirò

avrei qualche storia da farvi ascoltare

di quelle accadute e di quelle che so.

Ben prima del giorno, dell’alba ben prima

se non vi dispiace ve le dirò a rima.

Ho visto la guerra come un temporale

ho visto anche il bene schiacciato dal maschio.

E ‘già tanto tempo ma a me sembra ieri

che con la stellina non eri più niente

non c’erano sogni o quei desideri

che sveli di notte alla stella cadente. 

 

La mamma venne a prenderla a scuola prima che finisse la mattinata. Entrò suor Celeste a chiamarla e le compagne la guardarono con curiosità: forse aveva combinato qualcosa e la portavano dalla superiora? Miriam, pallidissima, camminava svelta, e Laura faceva fatica a starle dietro. Quando arrivarono a casa, dopo aver salito rapidamente tutte le scale, fino al quarto piano, la mamma quasi senza fiato disse: “Partiamo fra poco, andiamo dal nonno.” 

 

“Liliana, sai che non puoi più andare a scuola… perché ci sono delle nuove leggi per noi che siamo ebrei. Tu, come tutti i bambini ebrei, sei stata espulsa dalla scuola.” Espulsa. Avevo appena compiuto otto anni. 

 

C’era una volta un bambino di nome Giorgio che aveva un sogno: incontrare un valoroso cavaliere, come quelli dei libri di avventura. Un cavaliere che affronta draghi sputafuoco e non ha paura nemmeno dei temporali.

 

Sono il più forte, il più bravo di tutti! Il campione dei campioni. Io sono Cartavelina, sono il Mozart del Calcio! Sì! Io sono Sindelar! 

 

Quando i tedeschi ci hanno obbligato a lasciare la nostra Casa in via Krochmalna, Pan Doktor ha voluto che la nostra partenza assomigliasse al viaggio di una grande compagnia di teatro, e non a un misero trasloco. Abbiamo percorso le strade come un circo in parata. Noi, i centosettanta inquilini dell’orfanotrofio-Felek, Aaron dai polmoni deboli, Weintraub con una gamba sola, Mendel, Chaim l’imbroglione, Moniek, Genia, Ania, Regina, Maryla e tutti gli altri- abbiamo orgogliosamente marciato dietro la verde bandiera di Re Matteuccio I che garriva al vento. 

Pan Doktor, Pani Stefa- la signora Stefa- e tutta la squadra degli assistenti scortavano il lungo corteo. 

 

Bruno spiava le instancabili gesta di suo padre e si chiedeva come fare a imitarlo. Non aveva gambe svelte né arguzia accesa né occhi mutevoli. Era troppo timido e troppo piccolo. Soprattutto, Bruno portava con sé l’imbarazzo di una testa grossa che gli avrebbe reso impossibile il volo di un uccello, il rapido passo di un ragno, la destrezza di un pompiere. 

 

Questa è la storia di un bambino che si chiamava Daniel e di una portinaia di nome Apollonia. La portinaia Apollonia era una strega , e Daniel ne aveva una paura tremenda.

 

La madre non ebbe neppure il tempo di risponderle, perché lo strattone violento di un soldato la separò dalla bambina… Fu allora che decisi che non l’avrei mai lasciata sola. Sarei stato io a farle da madre e da padre, sarei stato io la sua voce.

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