02.11.2017
“Il mio nonno ha una casa in cima alla collina, tra peli sulla zucca e un sacco di storie da raccontare. Ha sempre in testa il suo cappellino rosso. Un giorno, prima o poi, fra tanto tempo, me lo regalerà. Il suo rifugio è magico, ci sono dappertutto i ricordi delle sue avventure, dal pavimento al soffitto, dalla cantina alla soffitta. Lui dice che è stato un addestratore di gnu, di mamuth e di orsi artigliati.
E io gli credo.”
Nonno e nipote: il narratore pieno di storie meravigliose e l’ascoltatore più attento. E’ difficile descrivere l’alchimia che si instaura tra queste due persone, l’affetto che li lega è qualcosa di straordinario. Ed è quello che succede anche al piccolo protagonista di questa storia: un bambino che vede nel nonno con l’inseparabile cappellino rosso il suo supereroe, colui che ha inventato le uova lisce e rotonde (prima erano quadrate), che per sbaglio una volta ha pescato una sirena e lo sai ragazzo mio, quanto ha cantato…., che raccoglie le cose rotte e le trasforma in oggetti magici.
Il nipote ascolta meravigliato le avventure del nonno, ne beve ogni singola parola, non mette in dubbio niente, perché il nonno è capace di farlo ridere costruendo macchine pazze per farlo volare, perché lo porta a pesca insieme a lui con la speranza di incontrare di nuovo quella bellissima sirena, perché con lui una volta sulla luna ci è andato davvero (basta chiudere gli occhi e sorridere).
Un affetto destinato a crescere negli anni, fino a quando il nonno, stanco, consegna il cappellino rosso al nipote, come fosse un passaggio di testimone, e con la stessa tenerezza il nipote, ormai adulto racconta le sue meravigliose avventure ad un nonno desideroso di storie e di amore.
L’accalappialuna
Séverine Vidal, Barroux
traduzione di Tommaso Gurrieri
Edizioni Clichy
2017
da 5 anni