24.10.2017
“Nostra madre ha un rapporto stravagante con lo spazio e il tempo.
Si perde.
Fa confusione con le età, anche con le nostre.
Si vede troppo grande o troppo piccola: troppo giovane, che ne so, per arrendersi, troppo vecchia, che ne so, per sperare senza l’ostacolo delle esperienze fallimentari.
Ripete che io sto attraversando l’adolescenza che infelicita. E’ convinta che con il tempo le circostanze addolciranno gli spunzoni e si riprenderà a ragionare.
Naturalmente a ragionare come vuole lei. E’ una madre abbastanza illuminata, ma sempre una madre è.
Quando si sente insufficiente, ci consiglia di sceglierci un adulto di riferimento che non sia lei.”
Il narratore è Armando, che vive l’adolescenza che infelicita (espressione significativa e bellissima) e racconta della sua famiglia e del suo primo, drammatico, tenerissimo amore. Un ragazzo che si sente una scarpa sola che non vuole cercare l’altra, un adolescente in crescita che prova sentimenti ambivalenti ed aggrovigliati che lo spaventano nei confronti della madre, che ama e detesta, del fratellino, per cui sente il desiderio di prendersene cura e che contemporaneamente lo irrita con i suoi atteggiamenti infantili e le sue domande insistenti, della ragazza di cui è innamorato. Parole scelte con cura, punteggiatura e spazi accuratamente pensati per restituire l’immagine di una famiglia composta da tre persone: una madre abbandonata dal marito per la sua migliore amica, un figlio adolescente ed uno più piccolo con qualche difficoltà, appassionato di wrestling, con un’intelligenza acuta e penetrante. Un libro di cui non si dovrebbe parlare troppo, ma che si dovrebbe leggere (e rileggere) di più.
Della stessa autrice, che inseriamo frequentemente nei consigli di lettura: Federico il Pazzo, Adesso scappa, Il giardino di Lontan Town.
Un grande spettacolo
Patrizia Rinaldi
Lapis
2017
pp. 274
da 11 anni