Torna l’appuntamento con la nostra “maestra dell’asilo” preferita, la maestra Marta. Era nato tutto da qui.
In sezione le insegnanti avevano già iniziato un lavoro sulle emozioni ben prima del mio arrivo in questa nuova scuola. Ma siccome ormai ho preso come buona abitudine l’appoggiarmi ad un albo illustrato per calare i bambini nell’argomento che ho intenzione di trattare, non mi sono spaventata(!). E così, con l’aiuto de “Il mostro Peloso” di Henriette Biochonnier e di Pef, io e i bambini “Leprotti” di 4 anni abbiamo realizzato un lavoro…da paura!
Certo, la piccola Lucilla è stata scaltra, ed oltremodo coraggiosa, ed è riuscita a far prendere il volo al mostro che terrorizzava il bosco fitto fitto. Ma quali armi ha un bambino di 4 anni per sconfiggere la paura del buio? O quella di cadere dai mobili sui quali si arrampica? O, la più angosciante di tutte, quella di rimanere senza la mamma accanto?
La paura per i bambini è qualcosa di astratto che fanno fatica ad affrontare. Quella del buio e dei mostri è un fenomeno molto frequente ed tipica di molti bambini nell’età della scuola dell’infanzia. Nel buio infatti tutto può accadere, persino negli ambienti più sicuri e conosciuti. “Al buio non si vede niente e i mostri possono entrare [in camera mia] e mangiarmi.”
Essere in grado di esternare il proprio timore non è semplice, ma in gruppo tutto funziona meglio: è bastato che un bambino accennasse al fatto che “per fortuna ho una lucina piccola piccola vicino al mio letto, così non ho più così tanta paura quando la mamma spegne la luce”, che il coraggioso, che fino a pochi minuti prima non aveva pura di niente, dichiarasse che “non so come mandare via la strega che a volte viene in camera mia”.
La maggior parte di loro affronta il problema insieme alla mamma, un po’ come “Tommaso e i cento lupi cattivi” di Valeri Gorbachev: la mamma coccola, accende la luce, dà la mano, e il mostro se ne va, sconfitto.
Allora problema risolto? No, a quanto pare ora i bambini hanno “voglia” e bisogno di trovare una strategia che li renda autonomi e coraggiosi. Cosa fare per poterli aiutare? Prima di tutto i “miei” bambini di 4 anni hanno provato a disegnare la loro paura, poi insieme abbiamo cercato una strategia per sconfiggerlo. Alla fine si scopre che i mostri vengono sconfitti dai furbi e dai forti. Chi c’è di più forte di un mostro se non un altro mostro?
E così propongo loro di costruire un “mostro mangia paura”.
Ogni bambino porta a scuola una vecchia berretta, un paio di vecchi guanti, dell’ovatta di cotone, e la maestra porta aghi (quelli per la lana, a punta tonda e con la cruna grande), filo da cucito in nylon (così che sia più maneggevole e visibile per i bambini) e minuteria varia per realizzare occhi, bocche, denti e quanto altro richiederanno i bambini per rendere il loro mostro più spaventoso della loro paura.
Aiutandosi vicendevolmente i bambini riempiono di ovatta la vecchia berretta ed ipotizzano le fattezze della loro creatura. Con ago e filo chiudono in autonomia i lembi del copricapo e con l’aiuto dell’insegnante posizionano le varie parti del viso. Una volta finito il lavoro, tutti giocano a “fare finta” di far mangiare al mostro la propria paura, così da fargliela conoscere prima dell’arrivo a casa!
Matteo aveva paura ad addormentarsi con la luce spenta: ieri, per la prima volta, ha chiesto alla mamma di “provare a spegnere la luce, ché ci pensa Annibale() a mangiare la paura del buio”. La mamma stamattina era contentissima, e Matteo pure!
Così come Mattia, a cui il mostro “ha mangiato la strega!”.
Federica era un po’ delusa: non ha fatto brutti sogni, e ha dovuto dare un biscotto al suo mostro, stamattina!
Ora stiamo già pensando a come scacciare la tristezza!