08.05.2016
“Quasi ogni sera Sophie osservava le mamme degli altri. Soffiare sulla candela si sedeva sul davanzale della finestra con le gambe a penzoloni e guardava le mamme che passavano nella strada. Le migliori avevano un’aria vivace è intelligente. A volte portavano in braccio dei bambini addormentati; neonati paffuti, i bimbi di pochi anni con le gambette che spuntavano buffe dalle loro braccia. A volte quelle donne cantavano, passando sotto i piedi di Sophie che dondolavano nel vuoto. Quella sera però Sophie prese il suo quaderno degli schizzi. Si disegnava qualcosa ogni volta che arrivava il suo compleanno. La matita era senza punta così la mastico per temperarla. Poi chiuse gli occhi e cerco di ricordare. Disegna un paio di pantaloni neri consumati sulle ginocchia e sopra la vita traccia il busto e la testa di una donna. Poi aggiunse i capelli. Non aveva matite colorate, ma si morde una pellicina e li coloro di rosso con qualche goccia di sangue. Quando la matita si avvicinò al viso, Sophie esito. Le mamme sono una cosa di cui hai bisogno, come l’aria, pensò, e come l’acqua. Anche una mamma di carta era meglio di niente; anche se era solo una mamma immaginaria. Le mamme sono un posto dove far riposare il cuore. Un rifugio dove fermarsi a prendere fiato.”
Sophie sui tetti di Parigi
Katherine Rundell
Rizzoli
2015
da 11 anni