15.03.2016
“Non posso parlare. Non posso camminare. Non posso mangiare né andare in bagno da sola. E’ una bella sfiga.”
Certi libri ti assorbono e ti entrano dentro così profondamente che
ci vuole del tempo prima che tu possa liberartene e parlarne. Mi è accaduto (anche) con Melody: l’ho terminato di notte e sono sicura di aver avuto uno sguardo molto assente per tutto il tempo della lettura, perché mio marito mi guardava in modo strano.
Melody è una ragazza di undici anni, disabile: non parla, non cammina, non può mangiare, né lavarsi né vestirsi da sola. La sua intelligenza è superiore alla media: riesce a memorizzare facilmente musiche, elenchi, numeri, date, discorsi, ma non può dimostrarlo. A nessuno. Nemmeno ai suoi genitori, che la amano molto e che, spesso unici a crederlo, sono fiduciosi nelle sue capacità. Fino al giorno in cui scopre che esiste un modo per comunicare con gli altri.
Melody racconta la sua storia; i rapporti con i medici che non la capiscono; le difficoltà a scuola tra insegnanti incompetenti e compagni insensibili; l’amore e la serenità che, nonostante tutto, si respirano in famiglia; l’affetto per la vicina di casa, meravigliosa.
Leggendo la sua storia, il lettore non può non provare tutte le emozioni che Melody gli racconta, incluse la rabbia e la tristezza, anche se il tono rimane sempre ottimista e ci si ritrova a sorridere. La sola emozione che non si prova è la compassione, così come era nelle intenzioni dell’autrice che, ispirandosi liberamente alla sua situazione familiare (ha una figlia disabile), voleva riuscire a raccontare la storia proprio dal punto di vista della ragazza, senza generare compassione o pietà.
NB: Il titolo originale è Out of my mind, la traduzione non suonava?
Melody
Sharon M. Draper
Traduzione Alessandro Peroni
Feltrinelli
2016
da 13 anni