23.06.2015
Quando mio fratello ed io eravamo piccoli, nostro padre partiva per lavoro il lunedì mattina e rientrava il venerdì sera. Ogni domenica sera scendeva nella nostra camera e ci salutava: sedeva a turno sul letto di uno dei due e ci raccontava dove sarebbe andato durante la settimana e cosa avrebbe fatto. Poi cominciava una storia, sempre la stessa, che non finiva mai, e ogni volta si arricchiva di nuovi personaggio e di nuove situazioni che ci tenevano compagnia e ci incuriosivano per tutta la settimana.
Ti amo ogni giorno mi ha fatto tornare alla nostalgia e alla dolcezza di quelle domeniche sera, quando con il groppo alla gola la domanda che facevamo era sempre la stessa: “Ma perché, papà, devi partire sempre?”. Non ricordo di averlo mai visto piangere in risposta o rattristarsi; i suoi racconti e le sue parole erano capaci di riscaldarci e farci coraggio.
Nel libro a partire è la mamma e la soluzione adottata è di quelle proprio speciali: lascia al suo piccolo tanti sassolini bianchi quanti saranno i giorni di assenza; il cucciolo potrà toglierli a ritroso ogni mattino in attesa del suo ritorno.
Illustrazioni semplici su sfondo bianco, piccole frasi in rima e pagine che si aprono in verticale. Perché anche i piccoli soffrono di nostalgia!
Ti amo ogni giorno
Malika Doray
Traduzione di Rita Dalla Rosa
Terre di mezzo
2015
pp. 28
da 3 anni