“Valdo, Teo e Berto
voglion fare un castello
per Re Valdo e i suoi uomini,
invincibile e bello.”
Settimo appuntamento con il mercoledì al cubo.
Giochiamo al castello? Facciamo che ero il Re e voi i cavalieri? Allora costruiamo un castello, lo dobbiamo fare alto e forte, con il ponte levatoio e la torre per guardarsi attorno.
Re Valdo e il drago rispecchia in maniera perfetta la fantasia e la capacità dei bambini di creare mondi fantastici e di vivere belle avventure.
Tre età diverse: Valdo, il più grande, è un bambino sui cinque anni, Teo il piccolo aiutante ha tre-quattro anni e Berto è un cucciolo di due anni, che con il ciuccio in bocca e un pagliaccetto giallo segue con fiducia i due grandi. Tre modi di immaginare e di vivere la stessa avventura, che si concretizzano in un castello costruito con materiali di riciclo da Valdo e Teo, mentre il piccolo Berto assiste curioso alla scena, entrando e uscendo dallo scatolone e chiedendosi cosa mai diventerà e cosa succederà. E una volta terminato si erige la bandiera e tutti sono pronti ad andare a combattere draghi e bestie feroci.
Osserviamo come la fantasia si concretizza in maniera diversa a seconda dell’età: Valdo e Teo, i grandi cavalieri, combattono contro draghi che sputano fumo dal naso, con grosse zampe e terribili denti, e cacciano enormi bestie che in realtà sembrano più impaurite che arrabbiate. E il piccolo Berto? Lui, con la sua piccola spada (un legnetto nemmeno tanto robusto) istiga la coda di un piccolo drago sdraiato a terra, la stessa coda che poi si trasforma in un serpente in mezzo ai mostri. Il piccolo Berto partecipa a modo suo all’avventura dei grandi, concretizzando in modo buffo e innocente una paura che (forse) ancora non è presente nella sua mente.
I bambini si imitano, creano insieme i loro mostri e insieme li sconfiggono. E quando la lotta finisce cosa c’è di più bello che riunirsi tutti insieme nel castello a fare merenda?
Ma ad un certo punto Re Valdo rimane solo perché dei giganti (chi saranno?) vengono a prendere Teo e Berto per portarli a letto. Ed ecco che la solitudine porta via anche un po’ del coraggio che prima abbondava tra l’allegra combriccola. Il buio, i rumori e i suoni della sera contribuiscono a far tornare i draghi e le bestie feroci. La realtà torna brutalmente a risvegliare Valdo che non vuole più essere Re, e perciò responsabile di un coraggio che adesso sente non appartenergli più, ma è semplicemente un bambino di cinque anni che si ripara nel suo castello di cartone, senza corona e senza spada.
Abbiamo letto questo albo durante uno dei nostri incontri mensili nelle scuole materne e siamo rimaste piacevolmente sorprese per la varietà di emozioni che ha suscitato nei bambini. La “spavalderia” è emersa all’inizio del racconto, tutti si sono sentiti simili a dei piccoli Re Valdo pronti a sconfiggere il drago. L’atmosfera è cambiata però nella seconda parte, quando Valdo torna ad essere un bambino pauroso e la tensione si è tramutata in silenzio, rotto solo dai suoni onomatopeici che accompagnano la lettura (il fischio del vento, il bubolare del gufo, lo squittire del topo). La risata finale liberatoria ha contribuito a dare il via ad una simpatica discussione: “Ma io lo sapevo che non era un drago vero!”.
Che dire di più? Un testo divertente, che ben si presta ad una lettura ad alta voce. Peter Benlty scrive un testo a misura di bambino, rispecchiando perfettamente il suo pensiero. Le illustrazioni di Helen Oxenbury descrivono la fantasia del bambino in tutte le sue sfaccettature, dalle enormi paure a quelle nascoste e buie. Indimenticabile il suo A caccia dell’orso!
La versione di ApeDario
La versione di Scaffale Basso
Re Valdo e il drago
Peter Bently, Helen Oxenbury
Il Castoro
2015
da 4 anni