Ne avevamo parlato qui e…qui! e avevamo promesso di concludere il discorso. E’ passato del tempo, è vero, ma…“a volte ci vuole pazienza”, e in realtà il percorso si conclude solo questa settimana con una grande festa.
Stiamo parlando del percorso sulle emozioni che abbiamo fatto con una scuola materna, e che ci ha tenute piacevolmente impegnate per un paio di mesi.
Volevamo soffermarci su alcune piccole cose che ci hanno…ebbene sì! emozionato!
- la bambina piccola (cucciola cucciola) che ha trascorso quasi tutto il tempo del laboratorio aggrappata come un koala ad una di noi;
- il bambino che non gli bastava un dito in bocca mentre ascoltava la storia, ma le succhiava contemporaneamente tutte e cinque, serissimo;
- l’immancabile, più di uno a dire il vero, e indistintamente dal sesso, che ascoltava con le dita nel naso e la bocca aperta;
- il bambino che durante il laboratorio, con una faccia da “iolasolunga”, con una pallina in mano ha detto, “ma forse se questa la taglio a metà posso fare gli occhi al mostro”;
- la bambina che pensava che la storia ascoltata venisse da “inaltrove” (che deve essere un posto bellissimo!!!);
- i bambini, solitamente maschi, che “hanno paura di niente”, e poi una mamma ci racconta che il suo deve accompagnarlo persino in bagno!;
- il bambino che si sente chiamato in causa quando la storia è “rabbiosa” e ci “pianta un muso lungo così”;
- e infine, ma non alla fine, ascoltarli tutti insieme mentre cantano, solo per noi, ritti in piedi, colorati e dondolanti, “A te” di Jovanotti, adattata nel testo dalle maestre. Tu chiamale, se vuoi, emozioni…
Grazie bambini! Grazie maestre!